Itinerario Storico Artistico

Ultima modifica 15 maggio 2023

immagine videoVIDEO PROMO GRUGLIASCO EMOTIONAL 

 

TORRE CIVICA (XV secolo) piazza S. Cassiano

Torre campanaria tardo-medievale, utilizzata a scopi civici e difensivi e solo successivamente religiosi (come campanile della vicina chiesa parrocchiale di S.Cassiano) , cui era annessa la prima casa comunale. Nel '700 ospitò anche un telegrafo.

Visite guidate alla Torre (SOSPESE PER MANUTENZIONE) per informazioni: T 011 4013322 - 4013326.

 

CHIESA DI S. CASSIANO (XI secolo) piazza S. Cassiano

Attestata per la prima volta in un documento del 1047, la Parrocchiale di S. Cassiano deve il suo aspetto attuale al rifacimento tardo-barocco eseguito nell'ultimo ventennio del1700 su progetto dell'architetto Mario Ludovico Quarini, figura di spicco nell'architettura piemontese dell'epoca, mentre la facciata classicheggiante venne realizzata nel 1880 su progetto dell'ingegnere G.B. Ferrante. Tracce dell'aspetto più antico della chiesa sono ancora leggibili sulla facciata: una lunetta affrescata, raffigurante la Madonna in trono con il Bambino ed angeli, sicuramente quattrocentesca, posta sotto quello che doveva essere l'antico arco di chiusura della porta della chiesa. Di notevole importanza sono anche il crocefisso ligneo del XVI secolo ed i dipinti seicenteschi e settecenteschi conservati nell'interno.

CAPPELLA DELLA CONFRATERNITA DI S.CROCE (fine XVI secolo) via Giustetti angolo via Cravero

Costruita nell'ultimo trentennio circa del XVI secolo come Oratorio dei Disciplinati di S. Croce, una Confraternita penitenziale riconosciuta ed autorizzata ufficialmente nel 1590, l' attuale cappella barocca, a navata semplice e con portico antistante, è in realtà l'esito di un rifacimento totale realizzato in più fasi tra il 1767 ed il 1780 su progetto dell'ingegnere Giovanni Battista Ravelli. All'interno è ancora conservata, nel coro, la Pala della Confraternita, un pregevole dipinto eseguito nel 1821 dal pittore piemontese Giovanni Comandù. La cappella è oggi utilizzata per ospitare mostre, concerti ed altre manifestazioni culturali.

VILLA AUDIFREDI DI MORTIGLIENGO - EX CONVENTO DEI FRATI MARISTI

(seconda metà XVII secolo - inizi XX secolo) piazza Matteotti - via Cotta 

La villa, che ora si affaccia sul giardino pubblico attiguo a piazza Matteotti, venne fatta costruire nella seconda metà del XVII secolo come residenza di villeggiatura dall'architetto Antonio Maurizio Valperga. Già dagli inizi del secolo successivo, ad opera del banchiere torinese Giuseppe Antonio Colomba e poi del Conte Giacomo Audifredi di Mortigliengo, la proprietà si sarebbe ampliata con la costruzione di una filanda e di un filatoio da seta lungo la bealera che passava per l'attuale via Cotta. Agli inizi dell'Ottocento il complesso manifatturiero, passato nelle mani del banchiere Giovanni Battista Barbaroux, era uno dei più grandi del Piemonte. Nel 1903, cessata ormai l'attività di filatura, l'intera proprietà venne acquistata dalla congregazione religiosa dei Piccoli Fratelli Maristi, che la trasformarono in un convento con annessi laboratori, giardini, orti. Attualmente l'ex convento e la villa sono di proprietà comunale ed è sede del Centro Polifunzionale per anziani "Villa Audifredi". La cappella neo-gotica del convento è inoltre stata ristrutturata per ospitare il Piccolo Teatro Perempruner.

CAPPELLA DI S.VITO (seconda metà XV secolo) piazza Don Cocco

La piccola cappella, con volta a crociera ed un tempo corredata da un portico antistante l'ingresso, venne costruita probabilmente nella seconda metà del Quattrocento: a tale periodo difatti risale il pregevole affresco recentemente riaffiorato sulla facciata, ed in corso di restauro, che ritrae il Cristo in trono.

CAPPELLA DI S. ROCCO ( fine XV secolo ) viale A. Gramsci

Tra le più antiche di Grugliasco, la cappella campestre di S.Rocco, appartenente al Comune, è già attestabile come esistente nel 1500. Nel 1599, come voto per la liberazione dall'ultima epidemia di peste e dopo il solenne trasporto da Torino a Grugliasco di una statua lignea raffigurante S.Rocco, la cappella venne presumibilmente ristrutturata a spese della Comunità. Le descrizioni successive fanno pensare che, nonostante le modifiche apportate soprattutto nel corso del Settecento, la cappella non abbia variato di molto il suo aspetto. La statua di S. Rocco è posta in una nicchia della parete retrostante l'altare, ed è chiusa in una teca di vetro. In occasione della festività di S.Rocco, il 16 agosto, si svolgeva una processione guidata dai confratelli di S.Croce, con il trasporto della statua di S.Rocco e la benedizione del pane portato da fanciulle danzanti al suono di strumenti musicali. Il 31 gennaio si celebrava invece una messa cantata in ricordo della protezione concessa dal santo durante la peste (ed in specifico in ricordo del 31 gennaio 1599, quando la statua del Santo venne portata a Grugliasco). L'aspetto attuale della cappella è il frutto della ristrutturazione eseguita tra il 1826 ed il 1828 su progetto dell'architetto Ignazio Michela.

VILLE E CASCINE

VILLA CLARETTA ASSANDRI (seconda metà XVII secolo) via La Salle

Il complesso della proprietà Claretta-Assandri è costituito da una villa, dall'attiguo ed ampio giardino entrambi cintati e da un rustico. Il nucleo più antico della villa può essere fatto risalire alla metà del XVII secolo; particolarmente ricche sono le decorazioni seicentesche e settecentesche del salone e delle stanze al piano terreno, con soffitti a cassettoni dipinti, decorazioni in cui si alternano scene mitologiche ed allegoriche, prospettive architettoniche e paesaggistiche a trompe-l'oeil. Proprietaria della villa intorno alla metà del 1600 è la famiglia Ferreri, cui apparteneva quel Carlo Bernardino Ferreri, segretario ordinario di corte, che nel 1643 aveva ricevuto in feudo da Cristina di Francia, duchessa di Savoia e tutrice di Carlo Emanuele II, i fossi, terrapieni e rivellini circondanti il borgo di Grugliasco. Alla fine del secolo gli eredi di Carlo Bernardino cedettero la proprietà, già notevolmente ampliata, a Francesco Antonio Allemandi, governatore dei palazzi reali ed aiutante di camera di Madama la duchessa reale; già nel 1718, però, subentrò il conte e cavaliere della Gran Croce don Giuseppe Provana di Pralungo, gentiluomo di camera e primo segretario di Guerra del re, che amplierà ed abbellirà ulteriormente la villa, il rustico ed il giardino. Qualche anno dopo suo fratello, l'abate don Giovanni Tommaso Provana, nel proprio testamento avrebbe istituito una cappellania laicale sull'antica chiesa di S.Sebastiano, adiacente alla proprietà, che si sarebbe così ornata con lo stemma dei Provana. Poco dopo la metà dell'Ottocento la proprietà venne acquistata all'asta da Camillo Spanna, membro di un'influente famiglia grugliaschese, che si sarebbe legato tramite matrimonio alla famiglia dei conti Claretta-Assandri, da cui il nome rimasto alla villa.

VILLA BORIGLIONE - "LE SERRE" (inizi XVIII secolo) via T. Lanza

La settecentesca Villa Boriglione sorge in un parco di circa 35.000 mq., con alberi secolari ed esotici. Singolare è la storia di questa "residenza di villeggiatura" e del suo parco: nel 1913 l'intera proprietà venne infatti acquistata da Alfredo Gandolfi, fondatore (insieme ad Alberto Stevani ed al produttore americano George Kleine) della casa di produzione cinematografica "Photodrama Producing Company". Nel parco vennero costruiti teatri di posa (tra cui uno, molto grande, in metallo e vetro) e laboratori, magazzini per costumi, arredamenti, scenografie, attrezzature per lo sviluppo della pellicola, uno chalet svizzero per le scene alpine ed un altro chalet in stile tedesco, ed un "giardino d'inverno". Dopo il declino delle attività della Photodrama, nel 1927 la proprietà venne acquistata dalla Città di Torino, che vi installò la scuola per giardinieri "G.Ratti" e le serre comunali, da cui il nome con cui viene solitamente indicata la villa. Nel 1985 l'intero complesso venne ceduto in comodato d'uso al Comune di Grugliasco. Dal 2000 "Le Serre" sono divenute sede di un parco culturale multidisciplinare, destinato ad ospitare mostre, eventi, rassegne e laboratori dedicati alle arti figurative, al cinema, al teatro ed alla musica.

VILLA GAY DI QUARTI (fine XVII secolo) via Lupo, 87

Fatta costruire sul finire del XVII secolo dal conte Pastoris di Saluggia, la villa era inserita in un grande parco attraversato, oltre che dalla bealera e da canali, da viali e stradoni, ed ornato da boschetti, alberi da frutto, da un giardino inglese con prati ed aiuole, da vivai e serre invernali, nonché da un lago. Acquistata intorno alla metà dell'Ottocento dal conte Giuseppe Gay di Quarti, l'intera proprietà sarebbe stata ceduta tra il 1979 ed il 1980 al Comune di Grugliasco, che avrebbe trasformato gran parte del parco originario negli attuali giardini dell'area centrale.

VILLA "IL PALAZZO" (seconda metà XVII secolo) via Moncalieri, 6 - Gerbido

La bella villa barocca, perfettamente conservata, con giardino e cortile d'onore ed annessa cascina, venne fatta costruire (sulla base di un nucleo più antico) intorno alla metà del Settecento dal conte Carlo Emanuele di S. Martino, marchese d'Agliè. Caratterizzata da un corpo centrale su ali arretrate, ospitante un salone a due piani, e dalla facciata principale decorata con colonnati ed archi, la villa è cintata da un muro sormontato, in corrispondenza del cancello d'accesso al cortile d'onore, da vasi in terracotta di Castellamonte a forma di fiaccola. Gli interni sono arricchiti da stucchi che spesso inquadrano, come motivo ornamentale, il monogramma dei S.Martino d'Agliè.

VILLA CERESOLE - CASCINA VILLANIS (fine XVII secolo) strada del Gerbido, 36

Quasi di fronte alla villa "Il Palazzo" sorgono la casa padronale con giardino e cappella e l'annessa cascina settecentesche del Villanis, che prendono il nome dalla famiglia di ricchi commercianti torinesi che acquistò la proprietà nel 1710. Notevole è la cappella, d'ispirazione juvarriana e decorata dall'abate architetto Francesco Antonio Pelleri; dalla cascina parte un suggestivo viale d'antichi olmi, tradizionalmente chiamato "La Lea". Dagli ultimi anni dell'Ottocento villa e cascina sono proprietà della famiglia Ceresole, da cui il nuovo nome dato alla casa padronale.

IL DUCCO (seconda metà XVII secolo) strada del Portone, 197 reliquia di S. Antero

La proprietà, costituita da una casa padronale con colombaie a torretta, da annessi giardino e cappella e da una cascina, prende il nome dalla famiglia dei conti Ducco o Duchi, di antica origine astigiana, legata alla corte dei principi di Carignano, che ne fecero la propria residenza estiva dall'ultimo decennio del Seicento sino al 1740. Tuttavia, l'aspetto della casa padronale e l'erezione della cappella si devono al proprietario successivo, il conte Carlo Giacinto Buglione di Monale, canonico e vicario generale dell'arcidiocesi di Torino. Particolarmente interessante è la cappella, fatta ristrutturare dal barone Gaudenzio Claretta proprietario del Ducco nell'ultimo quarto del XIX sec. : al suo interno vi è una lapide che ricorda la traslazione da Roma a Giaveno nel 1611, ad opera di Vincenzo Claretta dell'Ordine dei Gerosolimitani, delle reliquie di S. Antero, papa e martire, che sarebbe divenuto patrono della famiglia Claretta. La lapide celebra appunto la donazione da parte dei canonici di Giaveno ai Claretta nel 1869 delle suddette reliquie. Sopra la lapide, in effetti, poggiato su di una mensola vi è un reliquiario ligneo policromo, probabilmente seicentesco, rappresentante il busto del papa. I Claretta, che acquistarono il Ducco intorno alla metà dell'Ottocento ed il cui stemma è ancora visibile scolpito nel cortile interno della cascina, erano un' antica famiglia signorile originaria di Giaveno che però ottenne titoli nobiliari solo nel XIX secolo. Il ramo baronale proprietario del Ducco si è estinto; sopravvissuto è invece il ramo comitale (vedi Villa Claretta-Assandri). Oggi il Ducco è sede di un complesso agrituristico.

LA MANDINA (fine XVII secolo) via Unità d'Italia angolo via S.Paolo

Il complesso è costituito da una casa padronale, da un'annessa ampia cascina e, separata da una stradina campestre, da una cappella che, per quanto rovinata, mostra ancora tutta la sua eleganza barocca, d'ispirazione guariniana. La proprietà conserva il nome di quel Giovanni Pietro Mandina, mercante e fornitore del Regio Esercito, che l'acquistò nel 1741 e l'ampliò notevolmente negli anni successivi, facendo inoltre erigere la cappella. Tuttavia l'aspetto quasi monastico della casa padronale si deve probabilmente ai canonici del Capitolo di S.Giovanni di Torino, che acquistarono la Mandina nel 1765. Successivamente alla requisizione da parte del governo rivoluzionario francese, al pari di tutti gli altri beni ecclesiastici, la Mandina venne rilevata da una nota famiglia torinese di banchieri, i Nigra, che la tennero sino agli inizi del Novecento.

IL MAGGIORDOMO (prima metà XVII secolo) via S.Paolo, 5

La seicentesca villa è certamente la più illustre e conosciuta tra quelle presenti nel territorio di Grugliasco: bell'esempio di barocco piemontese, con un corpo centrale a due piani di pianta ellittica e due ali laterali settecentesche, era completata da un ampio giardino con viale d'accesso di lecci e pioppi, oltre che da una cappella e dall'attigua cascina, ancora esistenti. La villa prende il nome dalla carica di "maggiordomo"ricoperta intorno alla metà del Seicento presso la corte del principe Emanuele Filiberto di Savoia-Carignano dal gentiluomo Valeriano Napione, la cui famiglia era proprietaria già da decenni della cascina e di una annessa casa civile. Ed è proprio a Valeriano che si deve la costruzione della villa, presumibilmente tra il 1675 ed il 1683. Il progetto da alcuni studiosi è attribuito al Guarini, che negli stessi anni stava realizzando a Torino, proprio per il principe Emanuele Filiberto, Palazzo Carignano, con cui la villa presenta in effetti forti similitudini. Più verosimilmente, esso è dovuto ad uno dei collaboratori del Guarini impegnati nel cantiere di Palazzo Carignano, come l'architetto Giovanni Francesco Baroncelli, di cui oltretutto è documentata la presenza negli stessi anni a Grugliasco per una perizia tecnica ed al cui figlio fece da padrino di battesimo proprio Valeriano Napione. Nei primi anni del Settecento la proprietà sarebbe passata in eredità ai conti Dellala di Beinasco, anch'essi tradizionalmente legati alla corte dei principi di Savoia-Carignano. Alla metà del secolo risalgono le ristrutturazioni della villa e della cascina e l'aggiunta alla villa stessa delle due ali laterali volute , e direttamente progettate, da Francesco Valeriano Dellala di Beinasco, architetto cui si devono molti celebri palazzi torinesi.

IL QUAGLIA (fine XVII secolo) strada Antica di Grugliasco

La villa, con annesse cascina e cappella, cui un tempo si aggiungevano anche due giardini, conserva ancora il nome dei suoi primi proprietari attestati alla fine del Seicento, i Quaglia, esponenti di una notafamiglia borghese torinese, le cui armi figurano scolpite nel torinese Palazzo degli Stemmi. Dall'ultimo ventennio circa del Settecento sino al primo dell'Ottocento fu proprietario del Quaglia Filippo Colla, gioielliere di corte; successivamente, e per quasi un secolo, il complesso sarebbe appartenuto alla famiglia dei conti Gautier di Confiengo. Nonostante le tante modifiche succedutesi nel tempo, rimangono ancora tracce dell'assetto originario all'interno della villa nel portico, nella galleria superiore e nello scalone; la cascina venne ristrutturata nell'Ottocento, con aggiunta di una torretta a merli. Rimane anche traccia di quello che era lo stradone principale d'accesso (ormai ridotto ad una stradina) nell'arco prospiciente strada della Pronda. La piccola cappella barocca con portico antistante, intitolata alla SS. Annunziata, è ormai in rovina, ma se ne può ancora notare l'eleganza delle proporzioni.

L'ARMANO (inizi XVIII secolo) strada Antica di Grugliasco

Si affaccia su strada Antica di Grugliasco la grande cinta muraria della villa settecentesca, con cascina e cappella, dell'Armano, che segna l'area di quello che un tempo era il giardino. Particolare è l'architettura della villa, a due piani, la cui facciata asimmetrica è per metà a portico con sovrastante galleria, per metà a pieno corpo. La cappella, a pianta ellittica ed ornata di stucchi, è incorporata nella villa ma ha il fronte, coronato da un piccolo timpano, sul retro della casa, e cioè sulla strada. Il complesso prende il nome dalla famiglia degli Armano, conti di Grosso e Villanova di Mathi, che nel 1700 acquistarono un primo nucleo di edifici rustici, campi e prati e nel corso del secolo ne fecero una delle proprietà più estese del territorio di Grugliasco. Francesco Ignazio Armano fu maggiordomo di corte di Carlo Emanuele III e sovrintendente della Real Casa, nonché mecenate di artisti quali il Piffetti ed il Beaumont


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